Qualche giorno fa, in un trafiletto su un quotidiano, abbiamo appreso che è morto Spencer Silver, da tutti considerato l’inventore del Post-it.
Inutile dirlo, quel foglietto giallo evidenziatore tutti noi l’abbiamo utilizzato su pc, frigoriferi, porte, per promemoria o per lasciare messaggi a qualcuno.
C’è addirittura chi ci ha costruito un festival annuale di arte contemporanea! Guardate qui

 

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        Maria Teresa Ortoleva, Leaves, Matter as an aggregate of images, 8x8cm each, mixed media

 

La sua storia è nota a molti ma vale la pena ricordarla. A Spencer, chimico che lavora in 3M viene affidato il compito di creare una colla molto forte per far aderire parti metalliche di aerei. Il risultato del lavoro è apparentemente deludente: inventa una colla resistente ma molto leggera, che dà la possibilità di staccare e riposizionare le parti incollate. Spencer mette l’idea nel cassetto in attesa di capire come utilizzare questo (semi)fallimento.

Ma da questo cassetto, poi, l’idea come ne è uscita? E questa è la parte forse più interessante, perché si mescolano diversi ingredienti.

Premessa doverosa: Spencer è noto in azienda come “Il signor Perseverante”. Questo già ci fa capire che probabilmente il chimico ha continuato (anche attraverso seminari in 3M) a parlare di questa colla e delle sue potenzialità, appena se ne sia presentata l’occasione (primo ingrediente, perseveranza).

Cambiamo un attimo personaggio. Tra i dipendenti 3M c’è anche Art Fry, un ingegnere che si occupa di prodotti innovativi, particolarmente appassionato di canto corale. Quando canta però ha un problema…gli cadono sempre i segnalibro che utilizza per i suoi spartiti, creandogli non poco disagio (secondo ingrediente, problema).

Arthur Fry ha partecipato ad uno dei seminari del collega Spencer su questa colla leggera; intuisce che forse combinando le competenze, può venirne fuori qualcosa (terzo ingrediente, connessioni).

Ci lavorano insieme finché non si rendono conto delle potenzialità: una colla leggera su foglietti segnalibro o promemoria che li renda riposizionabili più volte (quarto ingrediente, messa a terra dell’intuizione).

Per testare il prototipo, decidono di utilizzare la stessa loro azienda offrendo i foglietti gialli a tutti i dipendenti 3M (quinto ingrediente, senso pratico e ottimizzazione delle risorse).

Una curiosità: sul loro sito si legge che l’iconico colore giallo è nato dal caso. Un laboratorio vicino aveva solo carta gialla da offrire per l’esperimento. Il foglietto non avrà subito successo, ma nel tempo prenderà il suo spazio sul mercato fino ai giorni nostri.

Comunque sia e se anche ci fosse un po’ di leggenda nel racconto, il Post-it è il foglietto volante per appunti più conosciuto e utilizzato da 35 anni a questa parte. Non solo, le sue applicazioni hanno preso strade inaspettate e molto più creative di quello per cui è nato. Nel loro stesso sito web aziendale ne sono raccontate alcune (le trovate facilmente).

È diventato un modo di comunicare trasversale. Dalle nostre case, agli uffici, all’arte. È entrato a far parte del nostro immaginario e anche del nostro linguaggio.

Noi di Miror lo usiamo spesso negli incontri aziendali e nelle riunioni. Alla fine, è quasi un peccato disfare quelle pareti che contengono -grazie anche alle misure ridotte del foglietto – delle sintesi perfette di molti ragionamenti. E allora fotografiamo la composizione finale per non perdere ogni parola preziosa.
Come ha detto Fry, “non è solo un segnalibro. È un modo completamente nuovo di comunicare”.

A proposito…siete sicuri di utilizzare i Post-it nella maniera corretta? Leggete qui!