“Stranamente, quasi nessuno riesce a capire l’importanza di un’idea. Talvolta però, ci riesce un ragazzino; e quando capita un ragazzino così, siamo di fronte a uno scienziato. Quando arriva l’epoca dell’università, è già tardi per acquisire lo spirito giusto. Dobbiamo quindi cercare di insegnare a cogliere il senso di queste idee ai bambini” (Richard P. Feynman, Il piacere di scoprire, Adelphi)

Probabilmente non si definirebbe scienziato Alberto Tosoni, ma sicuramente ha messo in piedi qualcosa che vale la pena di raccontare. Non lo faremo noi, perché c’è un esaustivo articolo uscito sull’Osservatore Romano che vi lasciamo qui, che spiega la storia della sua impresa, la Ecomet Refining di Spino d’Adda, un’azienda per  il recupero e la raffinazione dei metalli preziosi presenti nei sottoprodotti e negli scarti orafi.

Cosa ci ha colpito della sua storia?
Forse il modo in cui lui stesso ne parla, con una certa semplicità, senza grandi arie, e intanto leggiamo però che è l’unica azienda in Italia e in Europa a fare quello che fa, con un altissimo grado di sostenibilità.
E poi quel tema che ricorre così spesso quando si incontra qualcuno che ha un’idea e che riesce a portarla avanti: l’intuizione affonda le radici nella realtà, nei fatti, nelle circostanze in cui uno si muove. Non scende dal cielo all’improvviso. Così scopriamo che il bisnonno è stato un cercatore d’oro nel Ticino e che la sua famiglia, dopo essere migrata in Argentina, è tornata a Milano per recuperare i rifiuti orafi.

 

Senza titolo

 

“Mio nonno aveva un laboratorio di raffinamento delle spazzature orafe e io guardavo incuriosito ogni step di lavorazione. Poi sono venuto a conoscenza di quelle nuove, tante miniere d’oro e altri metalli nobili che forse il mondo ancora ignorava. Sto parlando dei cumuli di rifiuti elettronici che l’umanità ormai da decenni produce a ritmi spaventosi” E così dopo gli studi al Politecnico di Milano, si è lanciato in questo processo di costruzione di uno spin-off industriale che ha poi dato vita a Ecomet Refining.

Tradizione e innovazione quindi, quella capacità combinatoria di chi ha radici e capacità di visione. Tosoni racconta: “Quando nel 2012 ho avuto questa idea, mi hanno preso per un pazzo, un visionario, ma sono andato dritto per la mia strada perché sapevo che c’era molto di più di quello che avevo in testa”

C’era talmente di più che l’azienda aprirà a breve una nuova sede, molto più grande nella bergamasca, con nuove assunzioni e potenziamento produttivo.

Certe storie meritano di essere conosciute.