Basterebbe il sommario ad incuriosire: una scala di note colorate associate a parole importanti che hanno a che fare con il cammino umano e professionale di ciascuno di noi.

Abbinereste mai il DO all’idea del Dominio di sé o il Re all’idea di Responsabilità? Beh, i due autori di questo “manuale non convenzionale”, Carlo Massarini e Ivano Scolieri, l’hanno fatto. E così per ogni nota a seguire, parole come missione, facilitatore, soluzioni, laicità, sincronicità diventano parte di un progetto nato dalla convinzione che tra musica e management ci sia una relazione intima tutta da esplorare.

 

Massarini

 

Pianoforte è un modello manageriale con al centro una parola importante: ispirazione. Perchè “non c’è giorno della propria vita in cui un po’ di ispirazione non possa migliorare le cose”.

Prendiamo ad esempio il MI. E subito si legge: il MI è il rapporto con gli ideali, con le nostre ragioni di vita.

Non proprio banale. A questa nota è abbinata la parola MISSIONE.  Viene voglia di capirci di più.
Apparentemente meno importante di altre, il MI è una nota che è capace di rendere allegra serena o triste un’intera sinfonia. È una nota che ha carattere, che suona facile ma che dà pienezza. Arrivare a definire la propria missione è il cuore dell’energia, è arrivare a vedere le cose suonare con un vero swing, è la consapevolezza che ci aiuta a sostenere i nostri valori e il nostro percorso di vita. Non importa quale lavoro tu faccia. Il MI è un accordo pieno e chi lo possiede, lo suona, e lo racconta. È il nostro DNA.

Nel lessico aziendale (ma anche nella vita personale) spesso la parola Missione è depotenziata. La si confonde con l’obiettivo, una cosa che si deve fare per raggiungere un traguardo. Invece no. La Missione è l’anima, è il motivo dell’esistenza. Ha attinenza con la Visione. Missione e Visione sono la nostra carta di identità.  John Coltrane è stato uno dei più grandi sassofonisti statunitensi e ad un preciso punto della sua vita ha deciso di uscire dal tunnel dell’eroina “Ho chiesto umilmente a Dio di avere il privilegio di rendere la gente felice attraverso la mia musica”.  Ha focalizzato la sua missione, ha ricercato la propria essenza e questo ha messo in moto un turbine di creatività e di energia che lo porteranno ad essere uno dei giganti del secolo. Aperta e chiusa parentesi, non è necessario essere appassionati di musica per leggere il manuale, tutto quello che è raccontato non è per addetti ai lavori.

Passiamo al FA, altra nota interessante. FA come facilitatore. FA come il nostro rapporto col gruppo. Anche qui la curiosità è solleticata. Il FA, scrivono gli autori, è la prima vera competenza perché riguarda la sfera della connessione armonica tra le persone, è il vero compito del FACILITATORE, un ruolo fondamentale che connette e raccorda persone e contenuti, favorendo la sintesi del risultato finale. Il facilitatore è una persona che ha un’indiscussa capacità di problem solving abbinata a forti capacità collaborative sia nell’ ascolto che nella comunicazione.
In ogni azienda una figura di questo tipo, interna o esterna che sia, è fondamentale per rimettere in moto l’energia del team di lavoro. Un nota bene: il facilitatore non è un problem solver. Ha una visione più ampia che non tende a risolvere il piccolo problema contingente ma spinge il gruppo a trovare riflessioni o approcci utili a tutti, in un’ottica di dialogo e confronto. Apparentemente fa fare un giro più lungo nella strada da percorrere, ma fondamentale per il risultato finale.
Nel mondo musicale, questo ruolo lo ricopre un buon discografico, un manager, un produttore. Massarini ci racconta la storia di John Haamond, di Brian Eno, di Chris Blacwell, persone in grado di scegliere le strade e le strategie giuste e che hanno lasciato un segno profondo nel panorama musicale. Creativi e visionari con il dono speciale di rendere speciali anche gli altri.

Ci sono poi alcuni semplici esercizi, verifiche che mettono in discussione chi legge e che hanno il merito, a nostro parere, di non dare per scontate parole che magari con presunzione pensiamo già di possedere.

Questo viaggio sulle sette note è davvero una fonte di ispirazione. Si può leggere in momenti diversi, cogliere la nota che ci serve in quel dato momento, andare a riprenderlo quando abbiamo bisogno di una suggestione.