Una stella senza conseguenze.
Ininfluente sul tempo, la moda, l’esito del match,
il governo, le entrate e la crisi dei valori.

Senza riflessi su propaganda e industria pesante,
sulla laccatura del tavolo delle trattative.
In sovrappiù per i giorni contati della vita.

A che serve qui chiedersi
sotto quante stelle nasce l’uomo,
e sotto quante dopo un breve attimo muore.

(da “Eccesso”, Gente sul ponte” (1986) di Wislawa Szymborska)

Eppure la scoperta di nuovi mondi ci affascina sempre mentre leggiamo tra le drammatiche pagine dei giornali.
È di qualche giorno fa la notizia del resoconto presentato da un gruppo di astronomi all’ultimo convegno della Specola Vaticana. Oltre la polvere della Via Lattea esistono migliaia di galassie mai viste prima (l’indagine si chiama The VVVX Survey e qui ne vedete il sito). Tra queste anche un nuovo tipo di stella variabile che ha come caratteristica un cambio repentino di luminosità. Una specie di gigante lampeggiante di cui si sa poco o nulla. Philip Lucas astronomo che con la sua squadra da anni studia per questa indagine ha chiamato gli oggetti non catalogabili “What is it?” e nelle interviste afferma di emozionarsi ancora per la sorpresa, dopo tanti anni di pianificazione e raccolta dati.

 

 

Scoprire una stella nuova, sapere che l’universo è migliaia di volte più sconfinato di quel che si pensa, non fa cambiare il passo al mondo con le sue crisi, con i suoi dolorosi problemi, come scrive la Szymborska nella poesia che abbiamo messo in apertura.

Ma nel discorso che il Papa ha tenuto quest’estate proprio per gli studenti della Specola Romana abbiamo letto parole che valgono per qualsiasi lavoro o circostanza, insomma per la vita.

Un’esortazione a lasciarsi sorprendere, al di là delle cose pianificate:

“State acquisendo strumenti che vi aiuteranno a comprendere l’universo.
Ma tutti sappiamo che, pur avendo il migliore degli strumenti, la qualità dei risultati dipende dalla perizia dell’artigiano.
Una grande tentazione, sia nella scienza sia nella filosofia, è quella di cercare di ottenere solamente le risposte che ci aspettiamo, mentre noi siamo anche capaci di lasciarci stupire da eventuali novità non pianificate.
Perciò mi preme dirvi di non essere soddisfatti dei risultati dei vostri studi fino a quando non ne sarete anche sorpresi. (…)
La cosa più sorprendente di questo universo è che contenga creature come noi che sono capaci di osservarlo con meraviglia e di interrogarlo.  Non perdete mai questo senso di stupore, sia nella vostra ricerca sia nella vostra vita; possiate essere sempre spinti dall’amore per la verità e stupiti da tutto quello che ogni frammento dell’universo vi offre.”

Consigliamo le letture integrali dell’articolo che trovate qui e del discorso del Papa qui.