Regina: Che gioco possiamo inventare qui, in questo giardino,

per mettere in fuga l’angoscia e l’inquietudine?

Prima dama: Signora, potremmo giocare alle bocce.

Regina: Mi farà pensare che il mondo è pieno di ostacoli

e che la mia fortuna corre come un peso, sbilenca.

                                   (William Shakespeare, Riccardo II, Atto terzo, Scena quarta)

Che bello quando ogni tanto tra le notizie sentiamo qualcosa che, improvvisamente, ha il potere di distoglierci dalla fretta del mondo. È come quando si sfreccia in macchina o a piedi con passo svelto, tra le vie della città, e ad un certo punto nei viali in mezzo al traffico scorgiamo, tra una strada e l’altra, quelle oasi improbabili tra due sensi di marcia che sono i campi di bocce, di pallacanestro, di giochi per bambini. Ce ne sono alcuni a Milano che non sono mai vuoti. Se ci si ferma sulla panchina a guardare si scopre un mondo. Persone che parlano, discutono, chiacchierano, mangiano insieme, ogni campo è un piccolo universo.
Proprio qualche settimana fa in un telegiornale Rai, è andato in onda tra le tante vicende dolorose del periodo, un servizio su una piccola azienda a gestione famigliare, in un paese in provincia di Ferrara, tra i campi sterminati sulle rive del Po, che produce probabilmente le migliori bocce in circolazione, esportate in tutto il mondo. Una boccata di aria fresca che ha strappato un sorriso. L’Italia, d’altronde, è patria elettiva di questa disciplina. Il primo manuale di gioco è stato stampato a Bologna nel ‘700. I nostri emigrati si sono fatti spedire in America e in Australia interi set da gioco facendo nascere club e circoli un po’ dappertutto. Dai 6 ai 90 anni, operai, intellettuali, bambini e adulti, si ritrovavano sui campi a giocare condividendo il tempo e le bocce sono diventate sinonimo di socialità.

Senza titolo

L’azienda Perfetta di Berra mantiene viva la tradizione. Nel 1995 Andrea Varzella rileva un’impresa che lavora soprattutto con l’estero e con pochi prodotti in catalogo. “Da quel momento abbiamo completamente ristrutturato la vecchia azienda, lanciando nuovi prodotti e puntando sul design e sul servizio al cliente”, spiega Federica Varzella che, insieme al padre, al marito e a tre dipendenti, compone la squadra della Perfetta. “Siamo alla continua ricerca di nuove soluzioni da presentare sul mercato, vogliamo migliorare le performance delle nostre bocce e mantenere sempre ai massimi livelli gli standard di qualità dei nostri prodotti”.

Precisione, pazienza e passione sono i tre ingredienti fondamentali. Ogni pezzo è unico, la lavorazione è artigianale, la differenza tra una sfera e l’altra può essere al massimo di un centesimo di millimetro e di 1 grammo di peso.
Sembra che il segreto sia racchiuso soprattutto nell’equilibrio tra esterno e interno della sfera: la corazza è composta da resina indurita mentre all’interno è inserito un cuore che a caldo si lega alla corazza permettendo di creare traiettorie uniche. E così uno dei più antichi giochi (ne parlava già Ippocrate consigliandolo ai suoi pazienti per mantenersi in salute) porta con sé storia, voglia di innovazione e di migliorarsi sempre.
Prendiamo in prestito le parole di Carlo Levi: il futuro ha un cuore antico!