Un breve aneddoto: un famoso cuoco al servizio di Ludovico il Moro crea personalmente l’impasto di un dolce straordinario. Non tutto, però, va per il verso giusto e il cuoco si scorda di togliere per tempo il dolce dal forno, bruciandolo e rendendolo immangiabile. Un servo di nome Toni ha tenuto per sé un po’ dell’impasto del dolce ormai perduto a cui ha aggiunto frutta candita, uova, zucchero e uvetta. Il cuoco, scoperto l’impasto avanzato, decide di dargli forma di pane e portarlo comunque alla tavola del principe. Un successo. Non solo il pan del Toni piace a Ludovico e ai suoi commensali, ma il cuoco viene obbligato a servirlo a tutti i banchetti natalizi degli anni successivi.

Il panettone è nato… per sbaglio! Il cuoco invece che gettare la spugna ha colto un’occasione per riproporre con coraggio una cosa diversa, trovando una soluzione inaspettata; al servo il merito di aver combinato con creatività gli ingredienti che poi sono diventati essenziali per il successo del dolce.

Vanni

©VanniCuoghi , courtesy Giuseppe Romei

Se gli errori che contribuiscono al fallimento fossero indizi di successi futuri?

Un piccolo libro di Erik Kessels -designer e curatore olandese, dal 1996 direttore creativo dell’agenzia di comunicazione Kesselskramer-   racconta il coraggio di fallire e di come trarre ispirazione dagli errori senza rimpianti.

“Se c’è una cosa che ho imparato in trent’anni di carriera nell’industria creativa è che nessuno è immune all’insuccesso. (…). Questo libro parla del coraggio di commettere errori spettacolari quando l’unica alternativa è conformarsi alla noia e alla monotonia. Parla di rifiutare le certezze a favore dell’ignoto che è sicuramente più eccitante”

Ci interessa poter dare solo alcune suggestioni contenute nel testo che già dalla copertina stampata al contrario sollecita il lettore.

Se non centriamo gli obiettivi iniziali, non significa che un risultato inaspettato non porti poi a qualcosa di geniale.

A tal proposito due esempi di errori epici:

  • Apple: nel 1993 lancia Newton un palmare costoso e ingombrante. Fatto a pezzi da stampa e critica ha presagito in realtà la rivoluzione di smartphone e tablet. Il Wired l’ha poi definito un “fallimento profetico”.
  • Il professor Wilson Greatbatch inserendo un meccanismo di registrazione sbagliato per il battito cardiaco, pone le basi per l’invenzione del pacemaker, strumento che salverà la vita di milioni di persone.

Non si prevede l’imprevedibile, ma lo si può riconoscere.
Un elogio del concetto di serendipity “una meravigliosa parola per definire le scoperte felici nate per puro caso”.  Scoprire cose per caso non è sempre solo fortuna, ma può capitare solo se si tengono gli occhi aperti, se si impara ad analizzare ciò che ci circonda. “Se la chiarezza fa parte della normalità- afferma Kessels- è invece l’errore a scatenare la fantasia”.

Un altro suggerimento? Non rispettare sempre le regole.
Spesso le regole ci obbligano a percorsi senza alternative.  Ma si può ripensare alla propria immaginazione, infrangendone qualcuna. Kessels porta come esempio un artista che ha sfidato la perfezione del puzzle, un gioco che di per sé prevede un’immagine perfetta, dove tutti i pezzi si incastrano secondo una logica prestabilita. Il puzzle riesce se ogni pezzo è razionalmente al suo posto.  Ma l’artista americano Kent Rogowski rompe questa monotonia: prende puzzle diversi, li sbaraglia completamente e li mescola, ricostruendo immagini poetiche e sorprendenti che diventano lavori di successo.

Potremmo sintetizzare: gli errori grandi o piccoli che siano non sono solo esperienze di apprendimento. Possono anzi diventare il primo incontro con il successo. Perché se per evitare errori non si prova a rischiare, l’unica alternativa è il conformarsi alla noia e alla monotonia. Sbagliare può essere un’arte. Ma soprattutto fa parte del cammino. Quando falliamo, siamo obbligati a mettere in discussione la realtà, dobbiamo capire, osservare e decidere di ripartire. E spesso troviamo soluzioni che in un percorso lineare non avremmo pensato.