È possibile essere sempre consapevoli e attenti, nelle attività che svolgiamo?  Ci pare uno sforzo immane, muscolare, sollecitati continuamente da mille distrazioni.  Da qualche anno, infatti, si è iniziato a parlare, nell’ambito delle neuroscienze, di fitness cognitivo, una sorta di allenamento per migliorare la concentrazione, attraverso esercizi mirati che ci aiuterebbero ad aumentare il nostro grado di consapevolezza.

Noi non abbiamo una risposta e nemmeno una ricetta, ma ci siamo lasciati provocare dalla lettura dei due brani che vi proponiamo.
Alle volte non c’è nulla da aggiungere, ma solo testimoniare quello che, mentre leggiamo, ci aiuta a pensare e ci scuote dal torpore. Come scriveva Kafka nella lettera a Oskar Pollak , se il libro che stiamo leggendo non ci sveglia come un pugno che ci martella sul cranio, perché dunque lo leggiamo?

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Dai Diari di Tolstoj (tratto da I russi sono matti, Paolo Nori, edizioni Utet)

Con lo straccio della polvere in mano feci il giro della mia camera; ma quando arrivai al sofà non sapevo più se lo avessi già spolverato o no. Poiché nello spolverare i movimenti sono abituali e inconsci, non riuscivo a ricordarmi se li avevo giù compiuti e sentivo per di più che non sarei mai riuscito a ricordarmelo. Se ho spolverato e poi ho dimenticato di averlo fatto, – scrive, – cioè se ho agito inconsapevolmente, è proprio come se non fosse successo niente… Se la vita di molti uomini con tutta la sua complessità, scorre inconsapevolmente, allora è come se non ci fosse stata».

E ancora da Incontro con Nadia Boulanger (Bruno Monsaingeon, rueBallu edizioni), direttrice del Conservatorio americano di Fontainebleau:

Ho avuto la grande fortuna di essere allevata da una madre con una straordinaria intelligenza. Mi adorava ‒ aveva perso una bambina prima che nascessi ‒ così il mio arrivo fu considerato un miracolo; ma mi amava così tanto che questo non le impediva di essere spassionata nei suoi giudizi. Soltanto una cosa lei non avrebbe mai potuto tollerare: la mancanza di attenzione. Fin dall’inizio fui allevata con assoluta attenzione, come qualcosa di vitale per la consapevolezza di sé. Spesso, nelle persone questa qualità manca, anche se dovrebbe essere una componente essenziale del nostro carattere. Con alcune persone c’è una tale forza di concentrazione che tutto diventa importante, con altri tutto passa e viene dimenticato. Loro ripetono i gesti quotidiani di giorno in giorno. Non è possibile alcuna evoluzione, perché tutto ciò che loro producono si dissolve immediatamente (…) Non so se l’attitudine all’attenzione possa essere insegnata. Direi che tutti coloro i quali conducono una vita senza prestare attenzione a ciò che fanno, stanno sprecando la loro vita. Sarei tentata di dire che senza attenzione non c’è vita, sia se si pulisca una finestra o si stia scrivendo un capolavoro (…) C’è una frase di Shakespeare nell’Amleto, alla quale penso ogni giorno della mia vita, senza eccezione: «Le parole senza i pensieri, non vanno mai in cielo». Se ti dico «Buon giorno» senza pensarci, io non esisto.

Leggere i grandi, studiare approfondire, rimane la migliore palestra del mondo!